Viviamo attualmente in un’epoca di grande contraddizione e trasformazione nell’ambito del complesso rapporto tra Uomo e Natura e in particolare, nel recupero e nel potenziamento della salute e della qualità di vita. Si assiste, in questa direzione, ad un crescente interesse e domanda nei confronti del “Naturale” nell’ottica di un approccio globale alla persona.
Non va peraltro dimenticato che parallelamente si riscontra una maggiore attenzione anche nei confronti della salute sul piano psicologico ed emotivo. Sempre più spesso infatti, si ricorre alla figura dello psicoterapeuta a tutte le età, di fronte a conflitti e/o sofferenze di carattere psico-affettivo di una certa profondità e rilievo.
E’ sicuramente nell’ambito degli approcci a mediazione corporea e relazionale, anche a seguito dei sempre più approfonditi studi di psicoacustica e di neurofisiologia in relazione alle ripercussioni del Suono e del ritmo sulla psiche, che può essere inquadrato l’impiego della musicoterapia per promuovere e favorire il ripristino dello stato di salute in una visione globale dell’individuo.
Per contro, l’uomo di oggi vive immerso in un perenne e continuo bombardamento di segnali acustici e sonori di origine meccanica, elettrica, elettromagnetica che gli arrivano da ogni direzione, in ogni momento del giorno e della notte. E se una persona pensa di essere protetta all’interno della propria casa, si sbaglia; questa può diventare una cassa di risonanza che amplifica onde acustiche o elettromagnetiche presenti all’esterno. E’ sempre più frequente percepire, infatti, una sorta di “tappeto acustico”, avvertibile con un fastidioso senso di pressione sulle orecchie che ricopre la fascia delle basse frequenze. Di fatto, il rumore ad alta intensità, ci accompagna per tutta la nostra giornata, sia essa lavorativa o di tempo libero. Il mezzo tecnologico ci consente è vero, un miglioramento negli spostamenti, comunicazioni, controllo dei ritmi naturali, ma nello stesso tempo, genera un effetto secondario che è appunto il rumore e l’inquinamento emesso dalla macchina stessa. Il nostro organismo che è un sistema organizzato di apparati funzionali in equilibrio armonico fra loro, espressione di cicli e ritmi, assorbe in continuazione vibrazioni sotto forma di onde acustiche, meccaniche, elettriche, elettromagnetiche disarmoniche, provenienti da ogni direzione. L’esposizione a questo costante distonico assorbimento di onde può produrre una risposta di stress elevato con ricadute sul piano funzionale e/o psicosomatico. Lo sforzo per il mantenimento di uno spazio “energetico” protetto è evidente in ciascuno di noi e si esprime spesso attraverso la necessità di evadere dai centri urbani e dalle grandi città, per ritrovare uno spazio di contatto con il silenzio e con la Natura. Anche il nostro corpo produce rumori nel movimento e nei gesti. Di ciò non ne abbiamo molta coscienza. Ci muoviamo e basta ma è sufficiente ascoltare i nostri passi nel movimento, la respirazione e il battito cardiaco, per renderci conto che anche la nostra macchina-corpo, produce rumore e suoni. Non dimentichiamo che attraverso la voce noi siamo in contatto acustico con il mondo circostante; la voce può anche essere considerata un Suono ed una melodia armonica generata da uno strumento musicale, il corpo, appunto.
Spesso per sottrarci a questo bombardamento ci rifugiamo nella musica che è Suono codificato e organizzato in una melodia e in un ritmo che però spesso ascoltiamo senza averne piena consapevolezza. Il modo di ascoltare può produrre anch’esso un senso di sovraccarico sensoriale, di certo non di aiuto. Va detto che vi è una profonda differenza tra Suono reale e Suono riprodotto. Il primo investe il corpo con vibrazioni in modo diretto (musica e suoni acustici dal vivo), il secondo è una riproduzione che si espande nello spazio attraverso altoparlanti che, pur fedeli, non possono in alcun modo sostituire la vibrazione reale e le sue infinite armoniche.
Il Suono rende possibile la percezione della profondità. In assenza di Suono è compromessa la percezione dello spazio, della profondità, del collegamento e contatto con il mondo. Il Suono, come noi lo conosciamo, ha perduto il suo potere trasformativo in quanto, impiegato nella musica su larga scala, in modo estrovertito e a volte anche banale. Se, da una parte, la musica rende fruibile l’armonia attraverso la melodia e il ritmo, mandando in risonanza i nostri stati emotivi ed affettivi, è anche vero che il Suono ha progressivamente perduto quella capacità di essere veicolo di comunicazione più profonda con la Creazione. Per tale motivo penso sia importante recuperare il valore interiore e sacro del Suono come mezzo di relazione con il Cosmo.